lunedì 3 gennaio 2011

Pagelloni di fine anno - Speciale calcio

E siamo al pagellone sullo sport preferito dagli italiani. No, non mi riferisco all'evasione fiscale. Il 2010 per il pallone ed i suoi appassionati è stato un anno nefasto. I tifosi dell'Internazionale di Milano potranno, a ragione, smentirmi ma c'è una prova inconfutabile del tempo che il calcio del belpaese sta vivendo: gli stadi italiani si svuotano. Prima di ricevere ulteriori repliche sullo stato delle tasche dei lavoratori, sarebbe meglio completare questa frase: gli stadi italiani si svuotano al contrario degli stadi di tutta Europa.

Ecco a voi gli “highlights” di questo 2010 calcistico.

F. C. Barcelona: la nuova definizione di figuraccia sui futuri glossari conterrà sicuramente il termine iberico “remuntada”. Nel calcio l'umiltà è merce rara, anche per i super-eroi del Barça, ma il 2010 dei catalani è anche il 5-0 inflitto al tiranno madridista. 
Burro. Voto: 6--.

José Mourinho: puoi essere la persona più altezzosa, antipatica e guastafeste dell'universo ma quando vinci 3 trofei in pochi giorni con una delle squadre più “tormentate” dell'ultimo ventennio calcistico, beh, allora hai ragione da vendere. Ma il 2010 di Josè da Setubal è anche lo 0-5 subito dai ribelli catalani. 
Viktor Von Doom. Voto: promosso.

Uruguay: la vera sorpresa del primo mondiale africano non è, come vorrebbe la favoletta, una squadra africana bensì la nazionale del paese più ignorato di tutto il Sud America. Impossibile non provare almeno un po' di simpatia per questo gruppo che ha meritato sul campo il podio e per il suo carismatico leader Forlan (dare uno sguardo alla sua biografia per credere). 
Celeste. Voto: AAA.

F. C. Juventus: se la Juve non vuole tornare ad essere “la” Juve ma si accontenta di essere solo la...Juve, la colpa non è certo di Mr. Danette Ferrara. La responsabilità è di una società che ha smesso gli scomodi (ma efficaci) panni dello stile Juventus per dare ascolto agli istinti più bassi della parte più bassa del tifo bianconero. 
Vecchia baldracca. Voto: trombata.

Mario Balotelli: gettare la maglia mentre la squadra festeggia un successo insperato è roba di cui neanche il peggiore Cassano sarebbe stato capace. E poi festeggiare il diploma sparando a salve nel centro di Milano. E la Ferrari giallo-viola. Credo che, nonostante tutto, nel mondo del calcio sia ancora importante fare goal, piuttosto che fare notizia. E spero, per il bene di Super Mario, che possa rimanere in Inghilterra ancora a lungo. Il freddo e l'indifferenza lo tempreranno a dovere. 
Bamboccione. Voto: rimandato.

Claudio Lippi: inutile spendere ulteriori insulti e scagliare altre pietre. Ci ha già pensato chi di mestiere. Ma, come per la Juventus, una buona percentuale di responsabilità del fallimento italiano sono della Federazione, dove non è cambiata una virgola dopo lo sciagurato mondiale sudafricano. Prandelli può anche rifare la facciata ma, se l'impalcatura è la stessa di prima, probabilmente farà la fine di Marcello. 
Caprone espiatorio. Voto: comunque condannato.

Edinson Cavani: da Palermo a Napoli passando per il Sud Africa ma sempre a suon di goal. Senza eccessi, senza fare la star, senza inutili colpi di testa, tranne quelli che mette in rete. E sempre con la gioia tipica di chi scende in campo per divertirsi. De Laurentis gongola, Mazzarri coccola, Napoli sogna. 
Masaniello. Voto: alegria de la torcida.

Javier Pastore: chi dice di voler comprare Kakà vuole solo fare un (costoso) dispetto ai cugini rossoneri. In quel ruolo è Pastore l'investimento più sicuro del prossimo lustro. Nonostante un finale poco luminoso, il 2010 del fantasista rosanero è stato un anno da ricordare. Venuto fuori quasi dal nulla, Javier ha in poco tempo conquistato il Barbera, fatto arrossire da solo le difese di mezza serie A comprese le grandi, portato il Palermo ad un solo punto dal quarto posto e staccato un biglietto per il Sud Africa con la Seleccìon. Mica male per un ragazzo appena ventenne. 
Futuro luminoso. Voto: *****.

Djamel Mesbah: la favola dell'ala algerina inizia nel 2009 con la retrocessione ad Avellino. Essendosi distinto, diventa il primo rinforzo per il retrocesso Lecce di Mr. De Canio. Da li' solo soddisfazioni: posto da titolare, primi decisivi goal in campionato, promozione, convocazione della nazionale algerina per il mondiale sudafricano e riconferma nella massima serie. 
Soddisfatto. Voto: 1000 e una notte.

Diego Milito: più che un voto al bomber argentino è una nota di demerito a Moratti e Maradona. A Moratti per aver tentato tutta l'estate di liberarsi di un giocatore risultato decisivo in ben 4 finali. E a Maradona per averlo totalmente ignorato al mondiale preferendogli l'indecifrabile Higuaìn. El Principe rimane per gli appassionati di calcio anche non-interisti un esempio di professionalità e totale abnegazione alla causa della squadra. 
Più che principe, Re. Voto: 4 tituli.

Mino Raiola: sono pronto a scommettere che presto o tardi sentiremo parlare di questo oscuro personaggio nelle cronache giudiziarie. Non ho idea del perchè, ma vedere quel faccione contento per gli affari conclusi dai suoi assistiti mi fa venire in mente strani pensieri. Il 2010 del super procuratore è sostanzialmente Ibrahimovic e Balotelli. Più cambiano maglia e più lui strappa laute percentuali sui contratti. Nelle sue mani i giocatori diventano super-star dei rotocalchi del gossip. 
Metastasi. Voto: defenestrato.

S. S. Lazio: la Lazio del 2010 non è quella che vola alta in classifica guidata dal profeta Hernanes. E' piuttosto quella della maledetta partita casalinga con l'Inter decisiva per l'assegnazione dello scudetto 2009/2010. Una squadra ai limiti della vergogna e una società prigioniera degli ultrà. Se a questo si aggiunge l'impietoso spettacolo offerto dai tifosi durante la campagna elettorale per le elezioni regionali, lo squallido quadro è completo. 
Aquila spennacchiata. Voto: pollice verso.

A. S. Roma: quella sconfitta in casa con la Samp e quel brutto gesto di Capitan Totti nella finale di Coppa Italia difficilmente saranno dimenticate dagli appassionati di calcio. Ma la Roma è sempre stata li', squattrinata e tormentata da problemi societari come sempre, a lottare testa a testa con l'imbattibile armata di José, nel 2010 come negli ultimi 5 anni. 
Anti-Inter. Voto: pollice alto.

Giovanni Trapattoni: il 2010 del Trap è un anno da ricordare sostanzialmente per due meriti. Il primo è l'aver dimostrato al mondo intero che nel calcio ci sono degli interessi più forti di qualsiasi squadra. In particolare più forti della sua Irlanda durante la gara decisiva per l'accesso al Sud Africa. Il secondo è quello di aver rinunciato a 5% del proprio stipendio come esempio per tutti in tempi di crisi. Non sarà molto ma è sempre 5% in più di chi non rinuncia a nulla. 
Non dire gatto. Voto: 90%.

Ancelotti, Mancini e Di Matteo: tutti promossi i “manager” italiani in Premeir Leaugue. Chi bene, chi un po' meglio, hanno tutti svolto un ottimo lavoro fino a questo momento. Nella speranza che possano portare anche un po' dell'esperienza acquisita oltremanica nel nostro sciagurato calcio. 
Cavalieri della tavola rotonda. Voto: ok.

Il calcio italiano: lega calcio, f.i.g.c., sindacato dei calciatori, la maggior parte di presidenti, direttori sportivi, allenatori, procuratori, calciatori, ultras, quotidiani, giornalisti, giudici sportivi ed istituzioni. Tutti bocciati senza riserva. 
Rifondandabile. Voto: non classificabile.

Spagna: vince con l'armata tedesca, vince con i picchiatori olandesi, vince contro i venti interni di secessione, vince contro la scure della finanza, vince contro la crisi e si prende “la” coppa. La dedica di Iniesta al rivale Jarque è pura poesia. 
Robot d'acciaio. Voto: 110 e lode.


Henry "golazzo" Fogna