domenica 25 dicembre 2011

Anni Ad-dietro

Il giorno 25 dicembre non era un giorno come tutti gli altri. La giornata cominciava verso le 8 e mezza. Alzarsi dal letto era difficile, ma non troppo complicato, perché si saltava giù dal letto con la consapevolezza che la prima cosa da fare era quella di accendere il fuoco per poter riscaldare il “monolocale”. Le finestre erano quelle che erano, non avevano doppi vetri, non c’erano le persiane, di tende non ne parliamo forse era già troppo se c’erano le “imposte” (quelle interne).

La donna era la prima che si alzava dal letto: si dirigeva verso un angolino della stanza-casa, senza far troppo rumore, versava l’acqua rigorosamente fredda, nel catino si sciacquava velocemente e metteva subito addosso la maglia di lana che aveva cacciato la sera prima per le occasione importanti, la gonna e il solito paio di scarpe. L’uomo sentita la mancanza nella metà del letto, dopo essersi rivoltato un paio di volte decideva di alzarsi, si metteva il solito paio di pantaloni e scalzo con i piedi sul pavimento che “non esisteva” si dirigeva nel solito angolo dove era stata anche la moglie. Lui però doveva armarsi di specchio, sapone, pennello e lama perché doveva radersi…era un giorno di festa. Conclusa l’operazione barba, dava un bacio e un augurio alla consorte e indossato un maglione pungente di lana e un cappotto usciva per andare nella stanza adiacente a dar da mangiare ad altri componenti del nucleo familiare, composto da un asinello, una vacca, un paio di buoi e il solito maiale che aspettava già a prima mattina i “futuri” resti del pranzo che non sarebbero mai arrivati. Le galline si erano già alzate, il gallo era come sempre mattutino, e le aveva già guidate in giro per l’aia e ora si stava inoltrando per i campi vicini. Una volta terminate queste operazioni, l’uomo si organizzava per andare a prendere l’acqua e un po’ di legna: quella che c’era in casa non bastava per le operazioni “casalinghe”. I bambini dormivano ancora; oggi non dovevano andare a scuola e soprattutto non dovevano alzarsi presto come le altre volte a fare quei piccoli lavoretti di cui si era già occupato il padre.

L’albero di natale in casa non c’era, figuriamoci i regali: babbo natale non conosceva ancora quei luoghi, non aveva il navigatore satellitare, le renne non erano come quelle di oggi che gli permettevano di fare migliaia di km in pochi istanti e consegnare miliardi di regali in tutto il mondo in meno di “non so quanto tempo”. Purtroppo “i fortunati”, se così possiamo chiamarli, ricevevano regali di ogni genere in fantastiche scatole, però a volte capitava che “i fortunati” rimanevano delusi dal contenuto perché non avevano ottenuto quello che avevano chiesto nella letterina: le poste sbagliavano anche allora.

Tornando in campagna , i piccini che ancora dormivano, al loro risveglio potevano ritrovare pacchettini incartati con un po’di spago e con carta monocolore (marrone) contenenti una sciarpetta, un cappellino, dei calzettoni di lana, tutti lavorati nelle sere che precedevano il natale dalla madre che una volta messi a letto i pargoli si metteva all’opera al lume di candela per non dar troppo nell’occhio. Non dobbiamo poi dimenticare tutti i dolcini e i dolcetti che dovevano accompagnare la giornata del natale come le zeppole, struffoli, mostaccioli e tanti altri che non sto qui a nominare per non farvi venire l’acquolina in bocca. Comunque una volta tornato a casa e fatto rifornimento di acqua e di legna, il padre svegliava i bambini, non potevano stare tutto il giorno a letto perché dovevano vestirsi e prepararsi per andare alla messa in paese.

La madre nel frattempo era indaffarata in opere culinarie; qualcosa era già stato preparato, tipo il pollo imbottito, qualcosa era avanzato dalla sera precedente, e qualcosa era da preparare come la pasta fatta a mano, come i fusilli che venivano poi conditi con il sugo del pollo imbottito. C’era da organizzare il tavolo e le seggiole, da prendere il vino(quello di annata). Il vino che era bevibile, d’altronde non è che il governo passasse il vino, il governo non passava niente, anzi qualche volta passava di persona fisica (ufficiale esattoriale) per riscuotere ogni tanto qualche denaro o qualche bene tangibile (farina, vino, o animali) per qualche tassa non pagata.

Finite le faccendine di casa, prima di mezzogiorno, tutta la famiglia era pronta per andare in chiesa e una volta là cominciava il rituale degli auguri agli amici e ai compaesani, anche se alla fine erano tutti amici. L’aria che si respirava era magica ma nessuno, la sera precedente, aveva sparso per strada polverine “magiche”, e li potevi vedere tutti un po’ inebetiti, senza un soldo in tasca ma allegri e contenti. Finita la funzione tutti tornavano a casa, la donna attizzava il fuoco, metteva su l’acqua per cuocere la pasta e in meno che non si dica tutti erano pronti per sedersi a tavola. Sulla tavola imbandita, oggi, non mancava una candela accesa e mai come in quel giorno, anzi no, forse anche a capodanno e a pasqua, era piena di vivande e cibarie. Come se non fossero bastate le preghiere precedenti, se ne faceva un’altra prima di attaccare il pasto nel piatto ma stavolta in italiano, il latino era roba da preti. Terminato il pranzo, tutti notavano che era rimasto ancora un po’ di spazio nel proprio pancino e nessuno poteva dire: ah sono sazio. Sulla tavola però c’era rimasto ben poco, anzi nulla e per il maiale erano tempi duri.

Sparecchiata la tavola il caminetto con il suo fuocherello chiamava tutti a sé: i bambini scartavano il loro regalino, il padre che dopo esser uscito ad augurar il natale per una seconda volta gli “altri”componenti della famiglia (asino,buoi e compagnia) era rientrato e ora si era accomodato su una sedia per fumare la pipa che gli era stata regalata dal padre. L’unica che mancava all’appello era la donna o meglio, la madre di famiglia, che doveva finire di mettere a posto la cucina: le rimanevano quei quattro piatti, quei quattro bicchieri e qualche pentola.

Buon Natale dei Vecchi tempi.

alende “di una volta” long

giovedì 3 novembre 2011

Arriva GTA V, si salvi chi può.


Mercoledì 2 Novembre arriva, come un fulmine a ciel sereno, il primo teaser-trailer del nuovo Grand Tefth Auto 5 (anche noto come e d'ora in poi GTA V) a preannunciare quale sarà l'oggetto più venduto del prossimo Natale tra tutte le fascie d'età consentite, dai quattordicenni brufolosi e in cerca di rivalsa sociale ai quarantenni bellocci e... in cerca di rivalsa sociale.






La mia ultima partita ad un GTA risale più o meno al 2005. Acquistai una copia di San Andreas per Xbotolo e la mia unica partita si limitò più o meno a questo: rubo una spider, faccio una corsa sul lungomare sulle note di “A horse with no name” degli America, ingaggio un inseguimento con la polizia in stile telegiornale americano qualunque, spengo la console e metto in vendita il gioco su ebay.






GTA San Andreas non mi piacque per niente. Non l'avevo acquistato per il 9,5 preso su Game Republic (per me era già diventata Game Ridiculous ed io, di li' a poco, avrei smesso di acquistare per sempre riviste videoludiche cartacee) ne', tantomeno, per il “Nefasto, Trash” su Retrogamer. L'unico motivo che mi aveva spinto a voler giocare a San Andreas era stata la minuziosa ricostruzione degli anni '90, nelle musiche, nelle mode e nell'ambiente, messa in piedi dai programmatori della Rockstar.


Una volta appurato che, esattamente come nei suoi predecessori, l'unico vero scopo del gioco è “fottere il prossimo”, decisi che con GTA avrei chiuso per sempre. Anche sulla struttura ludica avrei qualcosa da ridire, ma di acqua sotto i ponti ne è passata talmente tanta da allora che ormai non vale più la pena accanirsi. Quello che tutt'ora non sopporto di GTA è lo sdoganamento di certi valori e modelli sulle masse dei gamers ignari.






Alla luce dell'incredibile crisi economica che viviamo in questi giorni, non si può pensare che faccia bene, anche solo virtualmente, vestire i panni di un ladro/criminale, uccidere poliziotti, rubare abiti firmati, pagare per il sesso ed usare droghe. Una volta si salvavano le principesse e chi ci spendeva dei soldi era considerato uno sfigato. Oggi, tra i ragazzini è considerato sfigato chi non gioca a GTA (e poca altra roba tipo PES, ma questa è un'altra bruttissima storia).


E' triste arrivare a parlare come la Paola Binetti dopo aver passato una vita a difendere le ragioni dei videogiocatori ma la verità è che GTA fa danni. Uccidere, anche se virtualmente, non è una bella cosa ma uccidere nel ruolo dei buoni non è la stessa cosa. Rubare le automobili nei panni di un energumeno tatuato a ritmo di rap non invoglia a contribuire al miglioramento della società. Avete presente quando Roberto Saviano, nelle conferenze-stampa post Gomorra, raccontava che nei mass media i boss mafiosi godeno di un'immagine fin troppo fascinosa? Beh, si può anche dire che GTA è parte del problema. E il protagonista di GTA Vice City che si chiamava Tommy Vercetti...






Come si può notare, nel trailer del nuovo GTA, si parla di un tizio che si è trasferito in una nuova città sognando un lavoro migliore, una nuova casa e figli come quelli dei film. Rifarsi una vita in o il solito “get rich or die tryin”? Nel trailer si vedono anche delle delle cose “buone” tipo pale eoliche e agricoltori e una grande Ogdens' Nut Gone Flake degli Small Faces (1968) come colonna sonora. VedreTE, lo scoprireTE solo giocandoci. A me non interessa.






Henry "Legalità è Rivoluzione" Fogna

giovedì 27 ottobre 2011

s'I fossi Patate-terno

S'i fossi fuco andrei con la regina,


s' i fossi patateterno darei un posto fisso ai disoccupati (ahahhaha) e un posto precario agli occupati,

s'i fossi patateterno darei un mutuo precario ai precari ma solo per una casa precaria,

s'i fossi patateterno manderei in pensione tutti, ma non proprio tutti in pensione (me incluso),

s'i fossi patateterno toglierei le tasse ma poi visto che nessuno se ne accorge farei il contrario (tanto chi se ne accorge?)

s'i fossi patateterno "mi" aumenterei pure un po' lo stipendio, tanto io so'patateterno, mica siete voi patateterno! sapete quante responsabilità c'ho io?

s'i fossi patateterno ve la darei da bere ogni giorno..ma non si tratta nè di acqua nè divino...

s'i fossi patateterno li farei vedere a quei 2 scambiarsi sorrisi deridendomi,

s'i fossi patateterno combatterei gli ufo, l'evasione fischiale, la mafia, il presidente, la crisi e altro che un milione di posti per tutti!

però so' fuco e andrei sempre con la regina

venerdì 7 ottobre 2011

Steve è morto. Viva Steve.


Si è spento nella notte tra il 5 e il 6 Ottobre 2011. E su questo non aggiungerò altro perchè probabilmente ne avete già le scatole piene e perchè non mi piacciono le lungaggini commemorative in stile funerale della zia Rosina in qualche micro-comune della Sila.

Che Apple piaccia o meno, S. J. è stato uno dei grandi uomini di questo secolo e, forse, in parte anche di quello passato. Il suo più grande achievement è stato quello di aver fatto breccia nel granitico monopolio di Microsoft nel mondo degli home computer. Ma, a mio modesto parere, la rilevanza dell'impresa sta nel "come" ci è riuscito. E cioè partendo dall'iPod, un prodotto in apparenza ben distinto ed distante da un pc, ed avvicinandosi un passo dopo l'altro all'obbiettivo.



Una strategia lunga e paziente che alla fine ha dati i suoi frutti. Un manager davvero in gamba il buon Steve. Un vero samurai che ha dedicato la sua vita a preparasi in previsione della Grande Battaglia.

Non mi azzardo a dire che Apple ha stravolto il mondo e non esalto i suoi prodotti anche se, a fine 2011, ci sono ancora ottimi motivi per preferire un iDevice alla concorrenza. Faccio notare soltanto che dal 2006 possiedo e tutt'ora uso un iPod Nano 4gb e non mi ha mai dato problemi... tranne quando ho tentato di ribellarmi alla “dittatura” di iTunes, ma questa è un'altra storia (finita come in Siria).

Possiamo anche dire che alla fine Steve ha battuto Bill, anche e soprattutto nella testa dei consumatori. Tutti comprano un laptop windows ma alla seconda accensione pensano “si, ok, ma appena ho un po' di soldi mi faccio un Mecc”.

Il prezzo. Il foxxuxo prezzo dei prodotti Apple. Secondo me anche questa è stata un'idea geniale del buon Steve. Fai pagare un aggeggio scintillante un po' di più di quello vale e la gente penserà che vale un po' di più. Funziona.

Con risultati diversi, ci aveva provato la SNK a cavallo tra gli anni '80 e '90 con la mit(olog)ica console NEO GEO, sparando prezzi anche 200% superiori agli allora concorrenti Nintendo e Sega. Non posso dimenticare le pagine-spot di Consolemania dove una copia di Art of Fighting, ugualeidenticospiaccicato a quello in sala giochi, costava 299.000 Lire. Un gioco, uno solo (tra l'altro con due soli “picchiatori” giocabili). Gli zoom e le super-combo facevano impallidire di vergogna qualsiasi versione di Street Fighter II per 16 bit, ma in quel prezzo non erano compresi il cabinato, l'odore di sigaretta e il bullo che ti mortificava se ti esaltavi troppo.

Purtroppo alla Shin Nihon Kikaku non avevavo Steve Jobs e l'unico risultato di tale strategia fu la nascita del fanboyismo: pazzi-furiosi che, sulle riviste di settore dell'epoca, si scagliavano con violenza contro chiunque muovesse la minima critica nei confronti della loro costosissima console di fiducia.

Con le dovute proporzioni, è un po' ciò che si è ripetuto in futuro con i cosiddetti Nintendari e con i fan di Vasco Rossi. Se non avete compreso bene il concetto, provate a ripensare alla reazione del vostro amico quella volta che, in spiaggia (oppure in cantina), gli avete offerto il vostro Nokia N70 per una chiamata perchè il suo iPhone 4 non aveva campo...

Eppure, nonostante quest'aura di santità, la Apple produce i suoi pezzi come una Acer qualsiasi in paesi semi-democratici dove il lavoro è non è un diritto, ne' un dovere, ma un ricatto, iMe...



Ad ogni modo, Steve, io ti ringrazio per i tanti discorsi pieni di speranza che posso riguardare quando voglio su YouTube. E meno male che ci sono anche i sottotitoli perchè altrimenti tanti miei giovani connanzionali e conterranei si limitirebbero a sentire Sacconi che sul tg1 incoraggia ad accettare qualsiasi lavoro di questi tempi.

La tua celebre frase “Il tempo che avete è limitato. Quindi non sprecatelo vivendo una vita scritta da altri” dovrebbe essere tatuaggio sul braccio di ogni imprenditore (in senso largo) che si rispetti. Per il sottoscritto è stata la molla per smettere i panni di studentello lettore di blog per aprirne uno mio :)

Think Different. Forever.




Henry "iVoglia" Fogna

domenica 2 ottobre 2011

Il Ritorno Ritrovato

Ne è passato di tempo dall'ultima volta che ci siamo sentiti, eh? Voi non ci crederete ma sono successe cose dell’altro mondo, anzi no, dell’altra isola, anzi no, dell’altra penisola. Andiamo con calma, iniziamo dicendo che stranamente sono riuscito a tornare sulla terraferma grazie al passaggio della barcone-crociera-yatch aerospaziale che naviga nello spazio tempo più veloce dei neutrini in un simil-tunnel Ginevra-Gran Sasso.


Durante i minuti secondi di viaggio interstellare il mio vicino di seggiola, che viaggia molto nel tempo, tra presente- passato posteriore e futuro remoto mi ha confidato che il giorno in cui l’emerito-onorevolissimo-prestigiatore delle menti e presidente del Coniglio (in quanto ha paura dei magistrati) che la “montagna” più alta dell’Abruzzo sarà chiamata in Suo Onore Gran Sesso (non in onore dei pm baresi o di altri frivoli pensieri che vi passano per la testa) e sempre in suo onore verrà costruito un vero e proprio tempio a 3 km sottoterra per poterlo adulare meglio. Io lo invidio…8 su 11…chissà se le ultime 3  gioivano o piangevano (potete esprimere un vostro commento qui sotto se lo ritenete opportuno ma non cattivi pensieri, mi raccomando).


Comunque in quel breve lasso di tempo in cui mi sono ritrovato nella selva oscura…no, non ero io, quello era un altro. Allora io ero sulla nave intergalattica, quella che trasporta anche i galacticos (i giocatori del Real Madrid, ndr) e sono giunto sulla terraferma il 14 marzo dell’ano corrente. Non ci sono errori. Dopo qualche ora di camminate e fischetti improbabili arrivai a casa, saltai la staccionata, il letto e andai a farmi una doccia. Era passato tanto tempo dall’ultima doccia, qua sull’isola di Zanaüs non ci sono docce: non si trovano idraulici sulla terraferma, figuriamoci qui. Accesi una sigaretta che si fumò da sola e parlai un po’ con il mio amico immaginario, l’alter ego di Henry. 


Questo mi ha raccontato un po’ di cose, di quello che stava accadendo nel Belpaese. A dire il vero manco ricordo cosa mi disse, so soltanto che mi parlò di una cosa, di un’entità invisibile, di qualcosa di non tangibile ma che si fa sentire sulle spalle di tutti, di qualcosa che non si tocca con mano anche se tu senti una mano che entra nel tuo portafogli senza il tuo permesso e si porta tutto via. A dire il vero gli scontrini, la carta igienica e  tutte le carte stracce che ti porti appresso, quelle carte che ti rendono il portafoglio grande, non se le prende perché non è stupida. Se non sbaglio l’ha chiamata CRISI. Si, la chiamava crisi; era la stessa che canticchiava quel gruppo monzese che stava quasi sempre “sovrappensiero”. Tutti in giro sono un po’ sovrappensiero.




D’altronde come si fa a non esserlo? Lo è anche chi dichiara 50 mila euro e poi all’estero ha i milioni di euro. Per combattere la crisi si fa di tutto. È finita la pacchia...forse. Per alcuni però ancora non è finita. Ad esempio ci sono sempre quei “poverini” che non riescono a stare zitti e si vanno a lamentare in tivì che loro con 140mila euro non riescono ad andare avanti oppure a qualcun altro che afferma che da parlamentare porta a casa solo 300 euri. Si, bisogna proprio dirlo: poverini! Oh no! La DEMAgogia si sta impossessando di me! Oh noooooooooooooo! Da ora in avanti devo stare più attento perché  “siamo in uno Stato di Polizia”...




...e potrei fare sempre la “fine di Craxi”.


Quel giorno mangiai un uovo perché non avevo molta fame. Bevvi un litro di champagne italiano perché avevo finito quello francese e rifeci il bagno…nel latte, nell’acqua c’era troppo calcare. Le parole dell’alter-Henry mi avevano scombussolato un po’ perché alla fine mi fecero capire che non era cambiato nulla da quando ero arrivato sull’isola. Avevo perso pure la bussola. Mi asciugai  e ritornai in bagno per prendere lo spazzolino da denti. Mi misi a dormire in attesa di ritornare di nuovo su Zanaüs!




martedì 8 marzo 2011

Carnival italiano

A carnevale ogni scherzo vale o quasi.

È caduto il governo italiano: a quanto pare il signor Balanzone ha fatto mancare il suo voto alla riforma della giustizia.

Berlusconi si è dimesso o è stato dimesso dopo l’operazione riuscita così-così: potrebbe esserci un danno d’immagine e non è stata colpa di ruby e delle papi-girl.

Migliaia di miniature del duomo hanno chiesto i danni di immagine.

Topolino ha il dente del premier italiano.

Gheddafi minaccia Topolino e i ribelli.

Bersani dopo aver raccolto 10 milioni di firme contro il governo attuale comincia a raccogliere firme a favore di Topolino e contro Gheddafi.

Il numero dei sottosegretari sarà aumentato nei prossimi giorni ma sarà comunque inferiore a quello del governo precedente ma ciò non vuol dire che non è stato accontentato nessuno.

Calderoli è stato più volte redarguito dai suoi colleghi: la riforma del federalismo fiscale dei comuni non è stata semplificata per bene…alcuni la stanno ancora interpretando. Sembra che sia stata scritta in celtico.

Bossi, ministro delle riforme per il federalismo, è stato riformato dall’ultimo consiglio dei ministri.

Maroni ha le pale eoliche piene dei continui sbarchi dal nord africa.

Le pale eoliche hanno le palle piene di essere considerate come “fonti energetiche alternative e ce l’hanno moltissimo pure con Sgarbi.

Carfagna promette pari opportunità alle donne per la prossima festa delle donne e alle pale eoliche.

Maroni dice che non è possibile fare l’election day: non ci sarebbe uno spreco sperequativo di denaro pubblico rispetto ai governi precedenti. Eppoi il debito pubblico italiano potrebbe risentirne...in meglio.

Tremonti alla notizia del mancato election day ha festeggiato con pane azzimo e acqua frizzante e non ha detto nulla al collega dell’interno.

Il pallottoliere del ministero dell’economia non ha 300 e dispari milioni di pallini.

Qualcuno della maggioranza ha avuto il coraggio di dire che non saranno buttati 300 milioni di euro ma soltanto una cifra intorno ai 200. In poche parole: briciole.

Bondi è il nuovo ministro della s-cultura.

Galan era più famoso ai tempi della presidenza nella regione Veneto.

Proclamato sciopero dei panettieri nei prossimi giorni: sono contro il reimpasto di governo.

Il prezzo della benzina lieviterà fin quando non arriverà la rivolta anche qui in Italia.

Fini si dimette dalla presidenza della Camera dei deputati e rientra nel PDL.

Dietro Bocchino c’è Di Pietro mascherato.

Emigrazione di colombe, falchetti e attori volano da schieramento a schieramento.

Il papa nel giorno del venerdì Santo si farà intervistare in tivì. Chissà se lo farà prima o dopo la via Crucis e chissà quali saranno i commenti a caldo.




Alende "mascherato" Long

domenica 6 marzo 2011

This is England

...but this is England too!

Torta celebretiva dei 25 anni di Super Mario in vendita nella catena Tesco a Novembre

Scherzi a parte, nonostante un prezzo decisamente abbordabile, non ho comprato questa fantastica torta. E se l'avessi comprata non avrei mai avuto il coraggio di mangiarla. L'avrei tenuta in esposizione fino alla putrefazione e seguente fossilizzazione.

Il titolo del post si riferisce ad un piccolo grande film cult del 2006, inedito in Italia 2006, del regista inglese Shane Meadows. All'epoca il noto sito stronca-film cinefile.biz ne rilasciò un'ottima recensione, e già questo è un particolare degno di nota.

Si tratta di un gran bel film. E il successo in terra inglese è stato tale (in proporzione al fatto che non è un prodotto di Hollywood) che, a grande richiesta, ne hanno confezionato anche un seguito sotto forma di mini-serie tv. Una ficscion? Neanche per sogno, una vero e proprio telefilm caratterizzato da una grande regia e un'ottima colonna sonora non originale.

E' un'operazione nostalgica cui gli inglesi, notoriamente freddi e progressisti, non sono per nulla abituati. Ma in tempi di crisi nera è sempre bene ricordare “come eravamo” (erano) fino a pochi anni fa', prima che qualcuno inizi a lamentarsi con il solito “si stava meglio quando si stava peggio”.

Iniziamo con il film. This is England è una bella cartolina di una periferia inglese a caso negli anni '80: c'è lo Yorkshire, c'è Shaun (il ragazzino protagonista) che ha perso il padre alle Falklands, c'è la Signora Tatcher, le liberalizzazioni, le miniere che chiudono, la droga, i pakistani, la musica reggae, i mattoni rossi e soprattutto gli skinhead, la rabbia e il razzismo. La rabbia nei confronti della guerra, per l'appunto, è il sentimento che spinge Shaun a trascurare i suoi amici per seguire Combo, violento attivista del National Front, e il suo gruppo di “poco di buono”. Ne nasce un rapporto quasi padre-figlio, che però sembra fare bene solo all'energumeno, mentre porta più guai che altro al giovane protagonista.


Una storia meno scontata di quello che può sembrare, ben studiata, ben sceneggiata e con qualche gradevole colpo di scena. Ma quello che mi spinge a scrivere queste poche righe è proprio la serie che ne è seguita. This is England '86 è una breve serie in quattro episodi andati in onda lo scorso settembre su channel 4. Ho sempre amato l'idea che un film particolarmente gradito possa continuare a “vivere” in una più longeva serie televisiva, poter approfondire aspetti solo accennati nel film ed avere dettagli su vite e vicende di personaggi troppo ben caratterizzati. E' quello che da tempo desidero per The Big Levbosky anche se, in certi casi, il pericolo di rovinare tutto il blocco è sempre dietro l'angolo.

Lol
TiE '86 effettivamente approfondisce non poco le vicende private di ciascuno dei personaggi apparsi nel film e lo fa dando un tono più sentimentale e meno politico. In particolare Shaun, cresciuto anche fisicamente nel frattempo, è alle prese con la fine della scuola e con la ricerca del primo lavoro. Combo è apparentemente sparito dalla circolazione e tutti gli altri personaggi sopravvivono tra una fila per l'assegno di disoccupazione ed una birra al pub. I toni si riappesantiscono verso la fine, rivelando una triste verità su Lol, la protagonista femminile della serie, che si poteva già intuire dal film. Ma ci sono anche momenti davvero esilaranti (una mega rissa alla vecchia maniera con intervento finale dei Bobby)

Un ultima rivelazione per aumentare la curiosità: la serie termina con alcune immagini dei mondiali del Messico 1986. Il finale è, secondo me, geniale ma purtroppo non piacerà molto ai tifosi di Diego Maradona. Vedere per giudicare.



Infine alcune riflessioni su questa operazione. E' possibile riproporre una fotografia degli anni '80 italiani anche al pubblico nostrano? A mio modestissimo parere la risposta è: no. Per una semplicissima ragione: quella cartolina degli anni '80 scattata da Shane Meadows mostra che in Inghilterra i tempi sono inesorabilmente cambiati. Certo la Regina è ancora al posto suo e può darsi che ci sia ancora un bel po' di razzismo, ma nel 2011 è una delle società multietiniche meglio riuscite d'Europa e non ci sono partiti xenofobi al Governo. La previdenza sociale ha ancora ampi margini di miglioramento ma il tasso di disoccupazione è decisamente sotto controllo ed imparagonabile con i paesi del mediterraneo. E così via. Può dirsi lo stesso del belpaese? Forse dagli anni '80 ad oggi non siamo rimasti completamente immobili, ma ci siamo mossi nella giusta direzione? Possibile che il cinema italiano debba per forza far venire la nausea degli anni '80 con operazioni ridicole quali "Notte prima degli esami" o con quattro scalzacani che devono rifare l'esame di maturità?

In conclusione This is England un film molto inglese, crudo e pieno di momenti anche molto tristi. Per farla breve è per stomaci forti, ma ne consiglio la visione a tutti. La serie invece alleggerisce un po' i toni e si lascia guardare con piacere. In rete si può reperire facilmente il tutto con sottotitoli in italiano (indispensabili dato il “tremendo” accento nordico). Alla prossima vi parlerò di una mia recente gita allo stadio inglese e di un film a tema che mi è piaciuto un bel po', anche questo inedito.



Henry "25 Hit Combo" Fogna

giovedì 24 febbraio 2011

Primavera a Febbraio

Sento arie di cambiamento dall’isola. Forse saranno quei nuvoloni all’orizzonte che si stanno avvicinando con aria sospettosa e che incutono un po’ di paura.


Quelle nuvole si avvicinano con la minaccia di voler scatenar l’inferno con i loro fulmini e con i loro tuoni mentre l’aria si addensa, diventa più fresca grazie ad un vento che sembra voglia trasportarti via da un’altra parte.


Eh già questo è proprio un vento che sembra voler portare via tutto, che vuole dare rinnovamento, vuole cambiare  quel qualcosa che è durato fin troppo, che vuole porre fine ad un ciclo di fiori che sono ormai appassiti sotto il peso degli anni e che devono farsi da parte per far spazio ad una nuova primavera.


Una primavera che vuole sbocciare, è la nuova linfa vuole venir fuori anche con la forza. C’è fermento sotto i nostri piedi e dovremmo aprire gli occhi perché la terra sotto di noi sembra che si stia risvegliando e forse non saranno solo i venti provenienti dall’est a soffiare sulle nostre teste.



Alende "gelsomino" Long

domenica 23 gennaio 2011

Wiki-Wiki - Tanti auguri per i tuoi 10 anni


Oggi, mentre osservavo la fauna Zanaüsiana, ho notato un masso con una forma particolare: il tempo e le condizioni atmosferiche lo avevano modellato così tanto che sembrava avesse gli scaffali, come una libreria disegnata da un grande designer. Subito la mia mente è volata a casa mia, nella mia stanza, prendendo come punto di riferimento quello spazio che raccoglie i miei ricordi scolastici fatti di quadernoni pieni di appunti, di libri scolastici, di libri non scolastici e, in ultimo, nello scaffale in alto, dell’enciclopedia.


L’enciclopedia, quella fatta a volumi, quei volumi talmente tanto grandi che creano un vuoto nello scaffale come il vuoto che c’è tra i denti di Madonna. Quei volumi che nel caso fossero prelevati e poggiati da qualche parte non ci sarebbe bisogno di andare alla ricerca del “volume perduto” mettendosi il cappello à la Indiana Jones. Quei volumi che sono talmente pesanti che li potresti utilizzare come pesi per fare i muscoli e ti farebbero capire il vero "peso della cultura".


Quei volumi che in un modo o nell’altro sono andati o stanno andando in pensione “forzata” per “colpa”(?)  di internet e nessuno insorge.





Ricordo ancora quando l’enciclopedia arrivò a casa mia. Non avevo ancora internet e dovevo fare la tesina “IN-ter-DISCIPLINATA” della maturità e dopo tante mie preghiere fatte ai tempi delle elementari, giunse a casa, portata da un corriere, il “pane” per la mia materia grigia. Ero in un certo senso felice perché avevo un’enciclopedia tutta mia e non dovevo più chiedere favori ad amici e parenti per l’usufruizione delle loro.


Dopo qualche anno le cose cambiarono.


Capitò allora che comprai il mio primo pc, stabilii la mia prima connessione ad internet e cominciai a navigare mettendo l’indirizzo del sito che mi interessava; utilizzavo Google per le mie ricerche e, con il passare del tempo, notai che il motore di ricerca mi indirizzava quasi sempre ad un sito che aveva quasi sempre la risposta alla mie domande.


Questo sito si chiamava, e tuttora si chiama, WIKIPEDIA, raccoglie milioni di voci ed è tradotta nelle tante lingue del mondo. Wikipedia è semplicemente un’enciclopedia “universale” dove ognuno, oltre che colmare le proprie lacune, può dare il proprio contributo conoscitivo. Sempre che non si scrivano sciocchezzuole, perché il tutto viene comunque filtrato e corretto da persone che "ne sanno” (almeno si spera).


Qualche giorno fa', Wikipedia ha compiuto 10 anni. Ed è ammirevole che in questi 10 anni abbia avuto una crescita nella fruizione e nella collaborazione, anche economica, che le hanno permesso di rimanere "viva" nel web.





Ricordo che una volta, dato che il vocabolario era lontano e l’enciclopedia volumetrica pure, entrai in “wiki” per sapere il significato di una parola che non c’era da nessuna parte. Da utente poco pratico del sito pensavo che  bisognasse utilizzare necessariamente un account. Dopo averlo creato, una volta avuto l’accesso mi trovai davanti ad una serie di spazi vuoti da riempire…dopo un po’ mi resi conto che ero entrato nel mondo wikipediano da vero attore-protagonista. Per diversi minuti avevo avuto l’opportunità di apportare le mie conoscenze ma la paura mi assalì perché non volevo scrivere qualcosa di sbagliato e dare informazioni sbagliate ad altre persone anche perché non immaginavo che c’erano comunque dei professori-revisori e se ce ne fosse stato motivo avrebbero modificato il mio lavoro.


Ora la mia enciclopedia sta lì, nel primo scaffale, occupando più di un metro cubo di volume, un po’ piena di polvere ma sempre bella, affascinante, con il suo odore inconfondibile di “nuovo”, con le sue foto a colori e con le sue tante nozioni, spodestata da quella più diretta, istantanea per uno come me che usa il pc quasi per tutto…e basta solo dare un “click!” e dopo qualche istante eccoti la definizione.


Tanti auguri “wiki”.






Alende “click” Long

lunedì 3 gennaio 2011

Pagelloni di fine anno - Speciale politica

Siamo giunti a fine anno ed è tempo di bilanci. Non solo gli economisti fanno i bilanci … economici. Anche se ho studiato a malapena quel tipo di bilanci, devo dire la verità sbilanciandomi, che preferisco fare un bilancio politico stile giornale rosa dopo la domenica sportiva. 


Buon anno..tanto anche domani sarà come oggi.

Gelmini: ha pubblicato il suo primo video sul “tubo” a 37 anni e ha fatto una riforma universitaria che ha convinto tutti. 

Voto: 5.

Briguglio: ha un cognome che fa rima con miscuglio. Nel terzo polo di nuova formazione potrebbe ben figurare. 

Voto: 5.5.


D’Alema: grazie alle sue comparsate in tivì sappiamo che il suo baffo è vivo e sta bene. 
Voto: 5+ per aver sempre un ruolo da grillo sparlante.

Prestigiacomo: la minestra dell’ambiente merita un 10 perché è una bella donna,un 9 per le lacrime sversate durante le sedute parlamentari e un 5 per la mancanza di decisività: o si esce o si sta dentro,il PDL non è un albergo...anche se prima c’era la Casa delle Libertà. 

Voto: Attaccamento alla poltrona.

Carfagna: a pari merito con la Prestigiacomo per il primo punto, voto avvalorato ancor di più se si pensa che è minestra delle pari opportunità; si nota un buon dialogo intestino tra la suddetta e il resto dell’apparato digerente campano (vedi Cosentino, Cirielli ndr.) che ha portato alla nascita di un amore “mordi e fuggi” tra i banchi del parlamento tra una “vajassa” nera e il sottosegretario all’economia. Anche per lei si pensava ad una “fuga e via” e invece è rimasta per il bene del governo. 

Voto finale: con una media ponderata siamo sul 5, con una media aritmetica 5.

Scilipoti: si dichiara figlio di non so quale Dio, è venuto per liberarci da ogni male. Uovo sorpresa dell’anno che ha portato oltre alla pace e alla serenità anche un po’ di responsabilità in più nella casa degli italiani. Adesso il mondo è cambiato. È uno dei due traditori di Antonio Di P.. 

Voto: n.c., troppo pochi i minuti disputati in tivì.

Bocchino: di nuovo alla ribalta dopo la carica di______(usate un po’di fantasia). A parlare di lui non sono solo più i comici e i vignettisti; nell’ultimo periodo dell’anno ha avuto molto da fare dalla tivì al parlamento. Dopo la cacciata di G.F. Fini (dove G.F. sta per Grande Fratello) si è accorto che a capo del PDL c’era un dittatore, ladro, ecc. ecc… In molti si chiedono cosa faceva prima della costituzione del PDL. 

Voto: 6----. Il suo nome è sulla bocca di tutti ma è pur sempre un vicario.

Bersani: opposizione convinta e credibile… nel PD. Franceschini ancora crede che si possa fare un ribaltone e rubare il suo posto. Intanto lui è convinto che con la lotta al berlusconismo e a mr B. possa ricevere sempre più consensi ma i sondaggi purtroppo non gli danno ragione. Grazie anche a lui hanno dato tempo a mr. B. di recuperare un po’ di voti di fiducia nelle retrovie dell’opposizione. 

Voto: 6, di sfiducia.


Bondi: è uno dei ministri più amato dagli…ehm…mmmh…non mi viene la parola. Dal mondo dello spettacolo prima o poi qualcuno gli dedicherà un cartone animato fatto con i pupazzi, tipo Pingu. Bravissimo nella gestione del dopo-crollo dei muri di Pompei, tant’è vero che apre l’anno nuovo con un bel voto di sfiducia nei suoi confronti. 
Voto 5---. Se avesse fatto un passo indietro e si fosse dimesso a novembre gli avrei dato un bel 9 perché nonostante non avesse colpe dirette nei fatti accaduti a Pompei avrebbe avuto l’occasione di dimostrare agli italiani che anche i ministri possono provare un po’ di vergogna.

Bindi: vedi Camusso.


Tremonti: in un’altra vita o in una vita parallela G.T. fa il barbiere, come fa lui i tagli non li fa nessuno. Dicono di lui: grande economista, grande commercialista, altro________. Ancora non si riesce a capire quando comincerà a redistribuire un po’ meglio le risorse, tagliando un po’ le spese parlamentari, le consulenze e le commissioni dai costi astronomici. 

Voto: boh.

Casini: il bello di stare al centro è che non sai mai dove andare: mo’ puoi andare a destra, mo’ a sinistra, mo’ al centro, come quelli che sull’autostrada si mettono al centro e non si spostano mai. Oggi no, domani si, oggi no, domani si. 

Voto: 5 perché tra 1 e 10 sta al centro.

Renzi : sembra uscito dal nulla e invece no, fa il sindaco a Firenze. Noto ai più per il suo pensiero rottamatore, qualcuno crede che dietro di lui ci sia Marchionne con cui ha stretto un patto: se vince, buona parte della classe dirigente del PD sarà rimpiazzato dalle FIAT panda, auto in via di estinzione.


Rutelli: è come un’Api che vola da partito a partito, da coalizione a coalizione, da Polo a terzo Polo. Non lo trovi dove lo lasci. 

Voto: 5.


Camusso: vedi Bindi.

Di Pietro: inizio anno spumeggiante che lo metteva seriamente a capo di un’opposizione che non esisteva. Adesso sta chiudendo l’anno guardandosi attentamente le spalle da un triumvirato che lo vuole defenestrare soprattutto dopo la fuga nelle linee nemiche di quei "razzi scilipotici". 

Voto: 6,5 - 7--, dovuta ad una buona presenza in tivì nei salotti che scottano.


Fini: è stato zitto zitto quasi per un anno, poi verso la fine ha messo la testa fuori dal sacco perché non lo sopportava più. Così sono state scritte sceneggiature fantascientifiche che lo vedevano in un’alleanza per il centrosinistra. A dire il vero, forse qualche elettore centrosinistroide ha persino sperato che potesse arrivare alle primarie del PD. Alla fini è stato sconfitto dal sempreverdemaiarrugginito S.B.… Adesso gli tocca mettere insieme i pezzi rotti dopo la sfida al governo e dare forza al “nonsocomesichiamaquelcosodelterzopolo”. 
Voto: 6, per la buona volontà di far cadere il suo governo.

Bossi: ha diversi scagnozzi che vorrebbero prendergli il posto ma lui ha lanciato il suo predecessore nel torrente politico…Lo chiamano Renzo la "trota". Anche suo padre non crede in lui. Purtroppo oltre a dire un sacco di stronzate alternate da momenti di pura pazzia moderata continua a dire troppe parolacce davanti ai bambini, solo il grande e grosso Borghezio riesce a fare peggio. 

Voto: 6-----, perché sta persino pensando di accettare l’entrata dell’UDC nel governo… Ah cosa si fa pur di tenere il comando di un dicastero importantissimo come quello delle riforme per il federalismo.

Vendola: vince contro tutti. Vince le primarie indette dal PD (che le perde sempre), vince le regionali in Puglia e potrebbe ri-vincere le primarie anche per diventare il volto nuovo del centrosinistra, però deve avere prima l’out-out di papa Ratzinger sennò i centrini del pd non lo “appoggiano”. 

Voto: 8.

Colombe: sono famose a Pasqua, sotto Natale sono di malaugurio specie se devono votare la fiducia. 

Voto: 5 potevano fare di più il 14 dicembre.

Berlusconi: chiudiamo la classifica con il signor B. Credo che un giorno faranno un film su di lui con lui attore protagonista che lo vedrà interpretare Silvio da piccolo, adolescente, adulto e senescente. Anno ricco di emozioni per il signor Silvio e pregno di impegni con molte escort: la sua agenda è sempre piena e ricca di appuntamenti. Grazie a lui mezz’Italia sa cos’è il Bunga-Bunga. Grande fantasia nel raccontare le favole alla questura spacciando come nipote di Mubarak una certa rubacuori. Bravissimo nel mantenere al fotofinish la propria posizione mantenendosi saldamente instabile al governo. Meno male che Bossi c’è. Sembra che nessuno lo possa schiodare da lì a meno che… 

Voto: purtroppo gli devo dare un 8--------, perché sembra un personaggio eroico dei cartoni animati, dei film: nessuno lo sconfigge, non si tratta di culo o di potere… Avrà pure qualche altra buona dote se continua a resistere.

Tetti di tutt’Italia: quando nessuno ti ascolta bisogna salire su un tetto. Grazie a loro molte persone per diversi giorni si sono sentite più alte del presidente del Consiglio. Voto: 10.


Alende “avoilalinea” Long

Pagelloni di fine anno - Speciale calcio

E siamo al pagellone sullo sport preferito dagli italiani. No, non mi riferisco all'evasione fiscale. Il 2010 per il pallone ed i suoi appassionati è stato un anno nefasto. I tifosi dell'Internazionale di Milano potranno, a ragione, smentirmi ma c'è una prova inconfutabile del tempo che il calcio del belpaese sta vivendo: gli stadi italiani si svuotano. Prima di ricevere ulteriori repliche sullo stato delle tasche dei lavoratori, sarebbe meglio completare questa frase: gli stadi italiani si svuotano al contrario degli stadi di tutta Europa.

Ecco a voi gli “highlights” di questo 2010 calcistico.

F. C. Barcelona: la nuova definizione di figuraccia sui futuri glossari conterrà sicuramente il termine iberico “remuntada”. Nel calcio l'umiltà è merce rara, anche per i super-eroi del Barça, ma il 2010 dei catalani è anche il 5-0 inflitto al tiranno madridista. 
Burro. Voto: 6--.

José Mourinho: puoi essere la persona più altezzosa, antipatica e guastafeste dell'universo ma quando vinci 3 trofei in pochi giorni con una delle squadre più “tormentate” dell'ultimo ventennio calcistico, beh, allora hai ragione da vendere. Ma il 2010 di Josè da Setubal è anche lo 0-5 subito dai ribelli catalani. 
Viktor Von Doom. Voto: promosso.

Uruguay: la vera sorpresa del primo mondiale africano non è, come vorrebbe la favoletta, una squadra africana bensì la nazionale del paese più ignorato di tutto il Sud America. Impossibile non provare almeno un po' di simpatia per questo gruppo che ha meritato sul campo il podio e per il suo carismatico leader Forlan (dare uno sguardo alla sua biografia per credere). 
Celeste. Voto: AAA.

F. C. Juventus: se la Juve non vuole tornare ad essere “la” Juve ma si accontenta di essere solo la...Juve, la colpa non è certo di Mr. Danette Ferrara. La responsabilità è di una società che ha smesso gli scomodi (ma efficaci) panni dello stile Juventus per dare ascolto agli istinti più bassi della parte più bassa del tifo bianconero. 
Vecchia baldracca. Voto: trombata.

Mario Balotelli: gettare la maglia mentre la squadra festeggia un successo insperato è roba di cui neanche il peggiore Cassano sarebbe stato capace. E poi festeggiare il diploma sparando a salve nel centro di Milano. E la Ferrari giallo-viola. Credo che, nonostante tutto, nel mondo del calcio sia ancora importante fare goal, piuttosto che fare notizia. E spero, per il bene di Super Mario, che possa rimanere in Inghilterra ancora a lungo. Il freddo e l'indifferenza lo tempreranno a dovere. 
Bamboccione. Voto: rimandato.

Claudio Lippi: inutile spendere ulteriori insulti e scagliare altre pietre. Ci ha già pensato chi di mestiere. Ma, come per la Juventus, una buona percentuale di responsabilità del fallimento italiano sono della Federazione, dove non è cambiata una virgola dopo lo sciagurato mondiale sudafricano. Prandelli può anche rifare la facciata ma, se l'impalcatura è la stessa di prima, probabilmente farà la fine di Marcello. 
Caprone espiatorio. Voto: comunque condannato.

Edinson Cavani: da Palermo a Napoli passando per il Sud Africa ma sempre a suon di goal. Senza eccessi, senza fare la star, senza inutili colpi di testa, tranne quelli che mette in rete. E sempre con la gioia tipica di chi scende in campo per divertirsi. De Laurentis gongola, Mazzarri coccola, Napoli sogna. 
Masaniello. Voto: alegria de la torcida.

Javier Pastore: chi dice di voler comprare Kakà vuole solo fare un (costoso) dispetto ai cugini rossoneri. In quel ruolo è Pastore l'investimento più sicuro del prossimo lustro. Nonostante un finale poco luminoso, il 2010 del fantasista rosanero è stato un anno da ricordare. Venuto fuori quasi dal nulla, Javier ha in poco tempo conquistato il Barbera, fatto arrossire da solo le difese di mezza serie A comprese le grandi, portato il Palermo ad un solo punto dal quarto posto e staccato un biglietto per il Sud Africa con la Seleccìon. Mica male per un ragazzo appena ventenne. 
Futuro luminoso. Voto: *****.

Djamel Mesbah: la favola dell'ala algerina inizia nel 2009 con la retrocessione ad Avellino. Essendosi distinto, diventa il primo rinforzo per il retrocesso Lecce di Mr. De Canio. Da li' solo soddisfazioni: posto da titolare, primi decisivi goal in campionato, promozione, convocazione della nazionale algerina per il mondiale sudafricano e riconferma nella massima serie. 
Soddisfatto. Voto: 1000 e una notte.

Diego Milito: più che un voto al bomber argentino è una nota di demerito a Moratti e Maradona. A Moratti per aver tentato tutta l'estate di liberarsi di un giocatore risultato decisivo in ben 4 finali. E a Maradona per averlo totalmente ignorato al mondiale preferendogli l'indecifrabile Higuaìn. El Principe rimane per gli appassionati di calcio anche non-interisti un esempio di professionalità e totale abnegazione alla causa della squadra. 
Più che principe, Re. Voto: 4 tituli.

Mino Raiola: sono pronto a scommettere che presto o tardi sentiremo parlare di questo oscuro personaggio nelle cronache giudiziarie. Non ho idea del perchè, ma vedere quel faccione contento per gli affari conclusi dai suoi assistiti mi fa venire in mente strani pensieri. Il 2010 del super procuratore è sostanzialmente Ibrahimovic e Balotelli. Più cambiano maglia e più lui strappa laute percentuali sui contratti. Nelle sue mani i giocatori diventano super-star dei rotocalchi del gossip. 
Metastasi. Voto: defenestrato.

S. S. Lazio: la Lazio del 2010 non è quella che vola alta in classifica guidata dal profeta Hernanes. E' piuttosto quella della maledetta partita casalinga con l'Inter decisiva per l'assegnazione dello scudetto 2009/2010. Una squadra ai limiti della vergogna e una società prigioniera degli ultrà. Se a questo si aggiunge l'impietoso spettacolo offerto dai tifosi durante la campagna elettorale per le elezioni regionali, lo squallido quadro è completo. 
Aquila spennacchiata. Voto: pollice verso.

A. S. Roma: quella sconfitta in casa con la Samp e quel brutto gesto di Capitan Totti nella finale di Coppa Italia difficilmente saranno dimenticate dagli appassionati di calcio. Ma la Roma è sempre stata li', squattrinata e tormentata da problemi societari come sempre, a lottare testa a testa con l'imbattibile armata di José, nel 2010 come negli ultimi 5 anni. 
Anti-Inter. Voto: pollice alto.

Giovanni Trapattoni: il 2010 del Trap è un anno da ricordare sostanzialmente per due meriti. Il primo è l'aver dimostrato al mondo intero che nel calcio ci sono degli interessi più forti di qualsiasi squadra. In particolare più forti della sua Irlanda durante la gara decisiva per l'accesso al Sud Africa. Il secondo è quello di aver rinunciato a 5% del proprio stipendio come esempio per tutti in tempi di crisi. Non sarà molto ma è sempre 5% in più di chi non rinuncia a nulla. 
Non dire gatto. Voto: 90%.

Ancelotti, Mancini e Di Matteo: tutti promossi i “manager” italiani in Premeir Leaugue. Chi bene, chi un po' meglio, hanno tutti svolto un ottimo lavoro fino a questo momento. Nella speranza che possano portare anche un po' dell'esperienza acquisita oltremanica nel nostro sciagurato calcio. 
Cavalieri della tavola rotonda. Voto: ok.

Il calcio italiano: lega calcio, f.i.g.c., sindacato dei calciatori, la maggior parte di presidenti, direttori sportivi, allenatori, procuratori, calciatori, ultras, quotidiani, giornalisti, giudici sportivi ed istituzioni. Tutti bocciati senza riserva. 
Rifondandabile. Voto: non classificabile.

Spagna: vince con l'armata tedesca, vince con i picchiatori olandesi, vince contro i venti interni di secessione, vince contro la scure della finanza, vince contro la crisi e si prende “la” coppa. La dedica di Iniesta al rivale Jarque è pura poesia. 
Robot d'acciaio. Voto: 110 e lode.


Henry "golazzo" Fogna