mercoledì 8 dicembre 2010

Fauna dell’isola: lucertole

Quel giorno era un giorno di inverno. Ricordo che non avevo niente da fare, fuori pioveva e faceva freddo. Se non sbaglio era già buio ed erano appena le 5 del pomeriggio. Dopo varie avanti e indietro nella mia stanza ecco il mio amico che mi propone un film. Mi dice: vediamoci questo, io l’ho già visto però non mi dispiacerebbe rivederlo.






















Ricordo che ci mettemmo comodi davanti alla tivì e mettemmo la VHS nel videoregistratore, spegnemmo le luci e via con il tasto Play. Se non sbaglio la storia cominciò con la voce fuori campo partendo dalla sua infanzia. Può darsi che mi sbagli, in fondo ho visto quel film solo una  volta ma lo reputo importante perché mi ha fatto capire come le persone cambiano continuamente le proprie idee.




Devo dire la verità, ho provato diverse emozioni molto contrastanti tra di loro, perché all’inizio ero divertito dal fatto di poter conoscere quell’uomo che da sempre era sempre nominato o per una frase,o per i suoi modi di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica o per i suoi eccessi. Poi man mano che la sua storia andava avanti vedevo che non era un angioletto, e mi chiedevo come mai fosse così tormentato fin da quando era piccolo, ed affiorava un po’di delusione. Scriveva poesie, scriveva testi di canzone, cantava, in poche parole era un artista che al giorno d’oggi è difficile incontrare per strada. Era un personaggio fuori dal comune, uno che aveva le palle, uno che rimpiangi una volta morto (improvvisamente e misteriosamente), uno che porta con sé un alone di mistero dietro, che ti lascia immaginare il passaggio ad un’altra vita (spero per lui migliore) chissà dove. È un personaggio del secolo scorso che se n’è andato prima di compiere trent’anni, uno che quando saliva sul palco combinava quasi sempre casini, uno della generazione degli anni ’70, uno della famiglia del rock, il fratello di janis, il fratello di jimi. La sua vita correva troppo veloce e con il passare dei minuti del film cresceva la rabbia dentro di me perché non capivo i suoi comportamenti , i suoi eccessi,  fino a quando arriva l’evento inaspettato, la sua morte. Ero incredulo, non riuscivo a farmene una ragione e forse ho provato un po’ di rancore, compassione e tra me e me dicevo: certo che se la poteva godere diversamente quella sua vita da rockstar. Che coglione! Ma mi sbagliavo.




Dopo la visione del film vagavo per casa con mille pensieri per la testa chiedendomi tutti i perché possibili  e inimmaginabili, rompevo le palle al mio amico chiedendogli fatti, aneddoti, riprendendo la storia del film per raccontargli le mie emozioni. Avevo comunque deciso che dovevo approfondire la sua storia, volevo saperne di più, volevo conoscere qualche altro dettaglio che il regista, per motivi di tempo non aveva potuto mettere nel film. Lessi un libro che parlava della sua vita in pochi giorni, poi comprai diversi ciddì per ritrovare tutte le canzoni che avevano fatto da “sfondo” sonoro al film. L’album più bello, secondo me, è Morrison Hotel e posso motivare questa mia scelta perché è come il primo amore: non si scorda mai. Non mi sarebbe dispiaciuto vedere una sua performance dal vivo ma purtroppo non ero ancora nato. Avevo cambiato di nuovo idea e da quel giorno, misteriosamente, non riesco più ad abbandonarla perché quell’uomo, che è nato l’8 dicembre del 1943, in qualche modo è diventato un mio mito e ancora mi chiedo come sia potuto accadere. Forse sono stato vittima di un incantesimo.




Ciao Re Lucertola (ai più noto anche come James Douglas Morrison).

Alende "nucertola!" Long