mercoledì 1 dicembre 2010

Mario Monicelli, solo un pezzo di storia italiana

Neanche il tempo di salutare con un sorriso Leslie Nielsen, che se ne va un altro grandissimo del cinema, e stavolta non per mano della vecchiaia.

Mario Monicelli si è tolto la vita lunedì 29 Novembre, alla veneranda età di 95 anni, gettandosi dal 5° piano dell'ospedale dove era in cura.

E' chiaro che, per uno dei grandi artefici della buona immagine italiana nel mondo, vivere nell'era del “si faccia un panino con la Divina Commedia” non deve essere proprio facile. Poi possiamo anche discutere se condannare o meno il gesto del togliersi la vita, ma il punto non cambia.
Da sempre scherato con il buon senso, ultimamente il buon Mario, smagrito e più amaro che mai, aveva anche alzato la voce contro l'inezia della classe dirigente italiana attuale e contro il torpore delle giovani generazioni, prime vittime proprio di tale inezia.

Parlare delle opere del Maestro Monicelli è praticamente inutile: c'è talmente tanta qualità da non sapere da dove iniziare.

Personalmente voglio ricordare uno dei film meno famosi, e forse anche meno belli, ma a me più caro: Parenti Serpenti è una fotografia perfetta della società familio-centrica italiana, colma d'amore e d'ipocirisia, che attraversa gli anni '80 del cambiamento e si appresta ad approdare nella modernità (approdo di fatto mai del tutto compiuto).

Parenti Serpenti era uno dei miei film di Natale preferiti. Da ragazzino non ne capivo per intero il senso, ma apprezzavo il contesto familiare. C'era Marina Confaloni nella parte di Lina, occhialoni e voce nasale, che ho sempre associato alla figura della classica zia benevola e un po' pesante. Paolo Panelli nella parte del nonno che parlava con la lattina danzante e la nonna che piegava una banconota e la regalava al nipotino erano i miei nonni. C'era poi la moka in cucina e potevo quasi sentirne l'odore, di umido e caffè.

Solo più avanti, quando ho vissuto i problemi della vecchiaia nella mia famiglia, mi sono reso conto di quale fosse la vera essenza del film.


Grande Maestro Monicelli, coerente fino alla fine, ci mancherai.

Henry "risate di gioia" Fogna